Prova del Suzuki Samurai cabriolet 1988

Un Piccolo 4x4 alla Prova della Strada e del Fuoristrada

Una giornata intensa al volante di una leggenda

Sono le 8 del mattino e ci prepariamo a metterci al volante di un Suzuki Samurai cabriolet benzina del 1988 per una prova su lunga distanza. L'obiettivo? Percorrere 300 km su strada e fuoristrada, per capire perché questo piccolo 4x4 è rimasto un’icona tra gli appassionati di veicoli compatti e spartani.

Abbiamo tra le mani una versione con motore 1.3 L benzina da 64 cavalli, cambio manuale a 5 marce e trazione integrale inseribile. La cappotta Suzuki Samurai, bianca nel nostro esemplare, si ripiega facilmente all’indietro. Il sole splende alto: partiamo per un’avventura che promette forti emozioni.

Durante la preparazione, il nostro fotografo ha notato un dettaglio curioso: sotto la cappotta, un precedente proprietario aveva lasciato incollata una mappa d’un un itinerario off-road nelle dolomiti, a testimonianza di un passato già ricco.

Comportamento su strada: crudo e autentico

Sensazioni al volante : Già dai primi chilometri sull’asfalto, il Samurai mostra il suo carattere. Lo sterzo è duro, richiede attenzione costante, specialmente in autostrada dove bisogna correggere frequentemente la traiettoria. A 90 km/h, l’aerodinamica lascia a desiderare, e con la cappotta in tela, l’insonorizzazione è minima. Ma è proprio questo a renderlo affascinante: un’esperienza pura e diretta, lontana dagli standard moderni.


Le sospensioni a balestra rendono la marcia rigida, ma offrono una buona tenuta di strada. I freni a tamburo posteriori richiedono anticipazione, soprattutto in discesa. In città, però, la compattezza e il raggio di sterzata ridotto lo rendono agile e maneggevole.


Vita urbana e agilità : Abbiamo attraversato piccoli borghi, e ovunque passava, il Samurai attirava sguardi incuriositi e saluti da parte di passanti visibilmente nostalgici di un’epoca più semplice.

Interni essenziali ma pratici

Minimalismo d’epoca : L’abitacolo del Samurai è ridotto all’essenziale. Cruscotto semplice: tachimetro, contagiri, livello carburante e temperatura. Nessun fronzolo elettronico, solo la funzionalità pura di un mezzo pensato per durare.

Comfort spartano : I sedili in vinile sono duri ma solidi, e la posizione di guida alta offre una visione dominante. La cappotta per Suzuki Samurai si apre facilmente: due ganci e via, si ripiega in pochi secondi.

Clima e ventilazione : Manca l’aria condizionata, e si sente durante il caldo. Ma con la capote del Suzuki Samurai aperta, la ventilazione naturale è più che sufficiente. È un mezzo che invita a vivere il viaggio.

Il Samurai in fuoristrada: puro piacere

Prestazioni inarrestabili

Dopo una mattinata su strada, deviamo su una pista forestale. Inseriamo la trazione integrale, passiamo alle marce ridotte, e il Samurai svela la sua vera natura.

Con 950 kg di peso, affronta facilmente salite ripide. L’elevata altezza da terra consente di superare ostacoli notevoli. Dove SUV moderni si fermano, il Samurai procede deciso. Il suo passo corto lo rende perfetto nei passaggi stretti.

Attraversiamo un torrente profondo 40 cm: nessun problema per il Samurai, che rimane stabile. Sentire ogni pietra sotto le ruote è un piacere raro nei veicoli odierni.

 

Durante un tratto fangoso, abbiamo incrociato un gruppo di escursionisti in Jeep moderne che, con ironia, ci hanno chiesto: "Ma va davvero ancora questo piccolo Samurai?" La risposta è arrivata nel silenzio del motore che avanzava sereno, lasciandoli a bocca aperta.

Confronto con il fratello maggiore: Suzuki Vitara

Due filosofie a confronto : È impossibile parlare del Samurai senza menzionare il Suzuki Vitara, nato anch’esso nel 1988. Il Vitara Cabriolet, con telaio più largo, sospensioni indipendenti e cappotta Suzuki Vitara più spessa, offre maggiore comfort e stabilità su strada. 

Tuttavia, in fuoristrada, il Samurai vince per dimensioni compatte e meccanica semplice. Dove il Vitara può risultare più borghese, il Samurai resta l’amato strumento degli avventurieri puri.

 

Se il Vitara può accompagnarvi comodamente al lavoro, il Samurai è fatto per portarvi fuori dai sentieri battuti, magari con un nuovo copriruota di scorta legato al portellone posteriore.

Un’esperienza indimenticabile

Un 4x4 che emoziona : Dopo 300 km, la giornata volge al termine. Il Suzuki Samurai ha confermato la sua unicità, offrendo una guida cruda, meccanica, emozionante.

Su strada o tra rocce e fango, convince per il suo spirito giocoso e la sua semplice affidabilità meccanica. Il suo motore 1.3L, anche se modesto, basta e avanza per affrontare tutto con dignità.

Il Suzuki Samurai rimane una vera leggenda del 4x4 compatto. Con la capote Suzuki Samurai abbassata per godersi il sole, o in modalità fuoristrada tra sentieri impervi, resta sempre lo stesso: un instancabile compagno di esplorazione.

 

E così, ancora una volta, ci ricorda perché ha conquistato il cuore degli appassionati di tutto il mondo.

Una giornata fuori dal tempo a bordo del Suzuki Samurai

In un’epoca in cui l’automobile moderna è dominata da sensori, assistenze elettroniche e un comfort esasperato, il Suzuki Samurai cabriolet del 1988 ci ha regalato un raro ritorno all’essenza pura della guida. Questo tragitto di 300 chilometri è stato molto più di un semplice test su strada: è stata un’immersione in un tempo in cui guidare significava davvero essere in sintonia con la macchina.

Fin dai primi metri, questo piccolo 4x4 ci ha riportati a un contatto diretto con l’asfalto e con ogni terreno attraversato. Ogni vibrazione del motore 1.3, ogni sobbalzo delle sospensioni a balestra, ogni innesto deciso del cambio manuale hanno costruito un'esperienza autentica. Con la cappotta per Suzuki Samurai ripiegata, i capelli al vento e il sole sul viso, abbiamo assaporato ogni curva, ogni buca, persino ogni spruzzo d’acqua durante il guado affrontato senza esitazione.

 

Lontano dagli standard odierni di comfort, il Samurai impone la sua filosofia: semplicità, affidabilità e una libertà che solo la meccanica priva di assistenze può ancora offrire. Non è un 4x4 per i deboli di cuore. Si scuote, scricchiola, costringe a rallentare, ad ascoltare, a osservare. Ed è proprio lì che nasce il piacere.

Nel rimettere la capote Suzuki Samurai al termine di questa intensa giornata, una cosa è certa: il Samurai non è solo un mezzo di trasporto. È un compagno di fuga, un simbolo di rustica essenzialità. Ci ha donato molto più di un viaggio. Ci ha raccontato una storia — quella di un 4x4 diventato leggenda.

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